Dal Concilio di Trento al rinnovamento interiore della Chiesa, la sua organizzazione e l’ordine dei Gesuiti.
di Federica Mei
Il Concilio di Trento, indetto da Paolo III nel 1545 e chiusosi nel 1563, ribadì, contro le innovazioni dottrinali dei riformatori, tutte le dottrine della Chiesa:
la validità della tradizione ecclesiastica accanto alla Sacra Scrittura, il principio secondo il quale per salvarsi occorrono sia la fede che le opere, la presenza reale di Cristo nell’eucaristia, la sacralità e necessità di tutti e sette i sacramenti e il culto della Vergine e dei Santi.
Il Concilio rinnovò l’organizzazione della Chiesa, per combattere quei fatti di corruzione, di immoralità, di attaccamento alle ricchezze e al potere che avevano sollevato tanto scandalo.
Obbligò i vescovi e i parroci a risiedere nelle proprie sedi, stabilendo che i vescovi dovesseroperiodicamente ispezionare le parrocchie, istituì i seminari per l’educazione dei futuri sacerdoti, ribadendo inoltre il divieto di matrimonio per i sacerdoti cattolici, tutt’ora in vigore, che li distingue dai sacerdoti protestanti che diversamente possono sposarsi.
Fu rafforzato il Tribunale dell’inquisizione che, nei paesi cattolici, doveva giudicare le persone sospette di eresia.
Se le riconosceva colpevoli, doveva tentare di riconvertirle alla fede cattolica. Nel caso di rifiuto venivano punite, torturate, messe a morte. Fu anche istituita la Congregazione dell’Indice, che aveva l’incarico di compilare l’indice dei libri proibiti: era vietato stamparli e diffonderli in quanto eretici o scandalosi.Quella che uscì dal Concilio di Trento fu una Chiesa molto rigida sul piano della dottrina, attenta alla moralità e alla disciplina degli ecclesiastici, durissima contro ogni tipo di eresia o deviazione, Oltre che contro la diffusione del Protestantesimo, la Chiesa si impegnò soprattutto nel diffondere la religione cattolica nel mondo.Il concilio di Trento si occupa anche delle forme espressive della fede cattolica. I decreti conciliari riaffermano il valore delle immagini sacre per l'adorazione di Cristo e la venerazione dei santi. Le raffigurazioni sacre possono essere utilizzate come mezzo di insegnamento religioso e come strumento di contemplazione.
I contenuti delle opere d'arte toccano spesso i punti sui quali aveva insistito il concilio di Trento.Vi sono perciò molte espressioni artistiche del culto mariano. Spesso gli artisti si riferiscono al dogma dell'eucarestia, come presenza reale di Cristo nell'ostia consacrata. Viene messo in risalto l'intervento divino nella vita degli uomini. In diversi casi le arti rappresentano o descrivono l'esperienza mistica, che ebbe un periodo di particolare rigoglio nell'età della Riforma cattolica.
Il rigorismo morale tipico della Controriforma è espresso dal ristabilimento del pudore nell'arte religiosa. Alcune scene di nudo - anche di pittori famosi come Michelangelo – vengono “rivestite” sotto indicazione di papi o di prelati particolarmente zelanti.
Per sostenere l’azione della Chiesa e il suo rinnovamento furono creati nuovi ordini religiosi.Fra questi si distinse l’ordine dei Gesuiti, fondato da Ignazio di Loyola nel 1540.Egli portò nel suo ordine una disciplina di tipo militare e un fortissimo spirito di obbedienza e di fedeltà alla Chiesa.
La Compagnia di Gesù crebbe rapidamente. I giovani Gesuiti ricevevano una solida educazione religiosa e umanistica, avevano l’opportunità di temprare il carattere esercitandosi nell’obbedienza, nel sacrificio e nella competizione.
Le regole disciplinavano ogni tipo di attività svolta. Insieme alla profonda preparazione culturale, la caratteristica più evidente dei Gesuiti era la loro totale e ferrea obbedienza al Papa e al superiore dell’ordine.
Il corpo universale della Compagnia di Gesù conta attualmente più di 20 mila membri in tutto il mondo, ripartiti in 112 paesi. I Gesuiti sono "religiosi", cioè persone consacrate con voti, all'amore e al servizio di Dio, della Chiesa e degli uomini. Oltre ai tre voti di povertà, castità e obbedienza, comuni a tutti i religiosi, i gesuiti "professi" fanno un quarto voto di speciale obbedienza al Papa, il quale in forza di tale voto può mandarli in ogni parte del mondo e affidare loro qualsiasi "missione" egli ritenga necessaria o utile per il bene della Chiesa.
Il concilio di Trento, teatro della controriforma e della riforma cattolica, si basò dunque essenzialmente su un’azione di disciplinamento sociale forte e costante finalizzato al controllo degli animi e dell’inconscio, così da ottenere quell’ assenso fondamentale per l’accettazione delle riforme e del ribadimento della dottrina cattolica, e quindi, per la riuscita del Concilio stesso, oltre che per influenzare le genti.
25-giu-06
|