Alcuni passaggi di Fernand Braudel sui tempi della storia
Lo storico francese Fernand Braudel (1902-1985) ha pubblicato nel 1949 La Méditerranée et le monde méditerranéen à l'époque de Philippe II (titolo italiano Civiltà e imperi nell'età di Filippo II), diviso in tre parti: L'ambiente (paesaggio, clima, mondo urbano ecc.), Destini collettivi e movimenti d'insieme (economie, imperi, società, civiltà, ecc.), Gli avvenimenti, la politica e gli uomini (vicende storiche seguite cronologicamente).
Le tre sezioni del libro di Braudel coincidono con le tre diverse velocità della storia.
Dalla prefazione: "Questo libro è diviso in tre parti […] la prima tratta una storia quasi immobile, quella dell'uomo nei suoi rapporti con l'ambiente: una storia di lento svolgimento e di lente trasformazioni, fatta spesso di ritorni insistenti, di cicli incessantemente ricominciati […]. Al di sopra di questa storia immobile, una storia lentamente ritmata […], una storia sociale, quella dei gruppi e degli aggruppamenti […]. La terza parte, infine, è quella della storia tradizionale, se si vuole della storia secondo la dimensione non dell'uomo, ma dell'individuo, la storia "événementielle" […]. In tal modo, siamo giunti a decomporre la storia in piani sovrapposti. O, se si vuole, a distinguere nel tempo della storia, un tempo geografico, un tempo sociale, un tempo individuale".
Una teorizzazione di questa esperienza di ricerca e di scrittura in F. Braudel, Storia e scienze sociali. La "lunga durata" (1958): "Dalle recenti esperienze e tentativi della storiografia, si sviluppa […] una nozione sempre più precisa della molteplicità del tempo e del significato eccezionale del tempo lungo […]. La storiografia tradizionale interessata ai ritmi brevi del tempo, dell'individuo, dell' événement [l’evento storico precisamente situabile nel tempo, come la data di una battaglia o dell’incoronazione di Carlo Magno], ci ha abituati da tempo al suo racconto frettoloso, drammatico, di breve respiro. La nuova storiografia economica e sociale pone al primo posto, nella sua ricerca, le oscillazioni cicliche, e punta sulla validità delle loro durate: è rimasta presa dal miraggio, nonché dalla realtà delle ascese e discese cicliche dei prezzi […] in cui il passato viene chiamato in causa sulla trama di ampie partizioni, di decine, ventine o cinquantine d'anni. Molto al di là di questo secondo recitativo si colloca una storia di respiro ancora più sostenuto, di ampiezza secolare, stavolta: la storia di lunga, addirittura di lunghissima durata […]. Ammetterla al cuore del nostro mestiere […] significa familiarizzarsi con un tempo rallentato, a volte quasi al limite dell'immobilità".
Domande agli alunni
Il passaggio dalla civiltà dell’Impero romano all’Europa dell’Impero carolingio della disseminazione locale dei poteri e infine degli Stati nazionali, è storia di eventi, storia sociale o storia di lunga durata?
Perché?
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